Talvolta si considera l’asilo nido uno spazio primariamente adibito alla semplice cura dei bambini; e questo spiega come mai molte proposte didattiche pensate per la prima infanzia – ivi compresa la didattica della musica – rechino l’impronta dell’intrattenimento spontaneistico.
Il concetto di formazione è invece cruciale anche per la fascia dagli zero ai tre anni, ed è su di esso che va incardinata la programmazione al nido. Conta innanzitutto la qualità dell’azione didattica. Il bambino, anche al nido, mette in atto processi d’apprendimento. E affinché questo si verifichi, l’attività deve svolgersi in un contesto in cui la relazione tra i piccoli e gli educatori favorisca l’apprendimento, anche musicale.
Ai fini dell’educazione musicale la scelta dei contenuti è cruciale. Alle musiche d’intrattenimento presenti nel quotidiano, in apparenza accattivanti ma in sostanza banali, conviene preferire altre produzioni musicali. Brevi brani strumentali di musica d’arte (ad esempio G.F. Händel, da Music for the Royal Fireworks, n. 4 La Réjouissance, b. 1–18; J. Brahms, da Fünf Lieder op. 49, n. 4 Wiegenlied, b. 1–36), dalla chiara struttura ritmica, melodica e tonale, diversi l’un dall’altro per carattere, andamento, forma, metro, organico, non assimilabili quindi al repertorio canzonettistico. L’esecuzione vocale dell’educatore, in particolare, introduce il bambino al linguaggio musicale in modo naturale, attraverso la voce umana, primo medium di comunicazione. L’improvvisazione musicale, condotta dall’educatore a partire da suoni e gesti anche emessi e compiuti dal bambino, può favorire l’instaurarsi della relazione. Tali brani risultano dunque efficaci per introdurre gradualmente il bambino alla sintassi musicale secondo percorsi affini a quelli dell’apprendimento linguistico. Non si dovrà temere, ma anzi incoraggiare, l’esposizione dei bambini alla musica d’arte, preziosa per la crescita in virtù della sua varietà e complessità sintattica e valoriale: beninteso si sceglieranno esempi di dimensioni compatibili con le loro potenzialità attentive.
Anche all’asilo nido la musica può dunque svolgere diverse e importanti funzioni. Almeno due: è mezzo privilegiato per trasporre costrutti linguistici dotati di senso, attinenti alla sfera cognitiva e affettiva; è un fine entro un percorso formativo rivolto all’acquisizione di competenze musicali specifiche.
Infine, una questione di metodo. Il bambino apprende attraverso tutti i canali sensoriali. La permanenza dell’oggetto, ovvero il fissarsi di concetti nella memoria cognitivo–affettiva, resta l’obiettivo primario in sede didattica. La si raggiunge mediante connessioni virtuose tra i linguaggi non verbali e il linguaggio verbale (la cosiddetta circolarità dei linguaggi), ad esempio – nel caso di uno strumento musicale – tra il timbro (orecchio), la morfologia (occhio), il materiale (tatto) e la denominazione dello strumento stesso (linguaggio).
Chiara Sintoni
Presidente Associazione “I Fiori Musicali”, Bologna