Cultura e formazione sono termini di un binomio dietro il quale si cela una vasta fenomenologia di problemi educativi che riguardano le nostre attuali società. Lo testimoniano l’istanza sociale di lifelong learning che vorrebbe ciascuno in grado di esercitare una cittadinanza attiva; l’esigenza di condividere a livello nazionale e sovranazionale le linee di una heritage education che assicuri la valorizzazione e la conservazione del nostro patrimonio culturale e naturale; la tensione verso una learning oriented society in cui la conoscenza e la capacità di apprendere di ciascuno siano intese come risorse correlate allo sviluppo sia economico sia culturale della società; e altro ancora. Non solo slogan abusati (o forse proprio perché tali), ma indizi di un sentire sociale che reclama consapevolezza dei problemi e progettualità per porvi rimedio. E poiché la pedagogia è sapere chiamato a rispondere ai problemi dell’educazione, quelli che investono il rapporto con la cultura e i suoi prodotti non possono essere elusi, almeno da coloro i quali si occupano di formazione. Al contrario, essi costituiscono un’emergenza pedagogica: sono cogenti, rilevanti ed esigono un tempestivo intervento formativo. Esso può consistere nell’impegno a costruire un Sistema della formazione ai saperi, inteso come insieme dei luoghi (fisici e virtuali) nei quali si dà la formazione ai saperi, ossia la trasmissione acquisizione conservazione produzione di oggetti culturali (anch’essi fisici o virtuali). Due i presupposti impliciti che guidano l’ipotesi pedagogica. Il primo è che la formazione dell’uomo si compie dentro e attraverso la cultura e i suoi prodotti. Ossia la consapevolezza che l’uomo produce la cultura ma è anche da essa costruito, attraverso i processi di trasmissione culturale e di apprendimento sociale. Il secondo è che i luoghi nei quali si dà l’incontro tra soggetti e oggetti culturali – ovvero l’esperienza umana dei saperi – possano (e debbano) essere concepiti come sistema. In questo quadro, la progettazione pedagogica, concepita anch’essa in chiave sistemica, è dispositivo di organizzazione dell’intreccio di relazioni fra le istituzioni. Dal punto di vista empirico, ciò significa pensare il sistema come un network i cui nodi sono le istituzioni della formazione ai saperi e i link sono le relazioni che le legano. I percorsi formativi, da costruire nella e sulla rete, possono allora essere rappresentati dai cammini di connessione fra nodi. La sfida pedagogica è dunque questa: la rete non solo come metafora, bensì come concreta possibilità di realizzare, tra realtà e virtualità, la connessione tra soggetti, oggetti culturali e istituzioni, e, di conseguenza, la trasmissione acquisizione conservazione e produzione dei saperi.
Berta Martini
Professore associato di Pedagogia generale e sociale
Università degli Studi di Urbino