In questi giorni di emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus SARS-CoV-2 i bambini e gli adolescenti sono stati i grandi assenti nel dibattito politico nazionale. Fatta salva l’esperienza purtroppo discontinua e difforme della DAD (la cosiddetta Didattica a distanza), dei bisogni dei più piccoli in questa quarantena non si è parlato a sufficienza: eppure proprio loro, che normalmente hanno un’intensa vita sociale e accesso a numerose forme culturali e di intrattenimento (cinema, teatro, biblioteche, concerti, laboratori didattici, etc.), in questo momento sono ancora più bisognosi di prodotti culturali di qualità.
La sala cinematografica è ancora oggi un luogo importante di aggregazione e socializzazione e la visione collettiva del film rappresenta un momento significativo nella dieta mediale e nella crescita sociale di bambini e adolescenti. Ma quello dei ragazzi è un pubblico difficile, prima di tutto perché fino ai 13-14 anni non si muove da solo, ma sempre accompagnato dagli adulti, caratteristica che può rappresentare un fattore frenante, sia di tipo economico, sia perché legato ai gusti e alla composizione famigliare. La difficoltà riguarda poi anche gli aspetti creativi, narrativi e produttivi: conciliare educazione e intrattenimento è un problema costante per il mercato cinematografico; a un pubblico esigente come quello giovane è necessario offrire storie accattivanti e appassionanti, ma che stimolino anche il pensiero, lo spirito critico e la crescita intellettuale.
Il nodo cruciale di questo mercato rimane la scarsa circolazione del prodotto internazionale, con la conseguenza che i gusti del giovane pubblico italiano risultano appiattiti sul prodotto americano ad alto budget: i nostri ragazzi hanno così poca dimestichezza con cinematografie diverse da quella nostrana e da quella nordamericana. Tra i primi 10 incassi del 2019 in Italia troviamo ben 6 film prodotti dalla Walt Disney Pictures o da sue sussidiarie (Il re leone, Avengers: Endgame, Frozen II – Il segreto di Arendelle, Maleficent – Signora del male, Dumbo, Spider-Man: Far from Home). I giovani vanno al cinema, ma quando lo fanno vedono tutti gli stessi blockbuster USA e lo spazio per sviluppare gusti più articolati viene fagocitato dalla incredibile quantità di sale che proiettano queste pellicole (per fare un esempio: il numero di schermi in Italia nel 2019 era di 3.542, Il re leone era disponibile in 950 schermi a partire dal 21 agosto, periodo nel quale molti cinema risultavano ancora chiusi per ferie).
Il panorama delle produzioni per bambini e adolescenti è in realtà molto ricco e vivace, come dimostrano i numerosi festival dedicati a questo tipo di prodotto (tra i tanti ricordiamo Giffoni Film Festival, JEF Festival, Busan International Kids and Youth Film Festival, New York International Children’s Film Festival). In queste occasioni è possibile vedere film provenienti da tutto il mondo, che affrontano i temi più svariati con linguaggi innovativi e soluzioni narrative e stilistiche acute e originali. Il problema allora non sta tanto nella produzione, che è ampia e di qualità, quanto nella distribuzione, che funziona come un imbuto, bloccando la circolazione di opere di pregio premiate nei migliori Festival internazionali e applaudite dai bambini e dai ragazzi di tutto il mondo.
In questo momento così particolare, con bambini e adolescenti chiusi in casa da mesi e una pletora di piattaforme per la visione di contenuti online (sia gratuite che a pagamento), è forse giunta l’ora di accorgersi dei più giovani, attingendo ai ricchi cataloghi di questi Festival per proporre intrattenimento di qualità ai nostri figli, i quali hanno la curiosità e la capacità necessaria per cogliere l’occasione e trarre il meglio da una situazione critica che potrebbe trasformarsi per loro in una stimolante opportunità formativa.
Veronica Innocenti
Professoressa Associata di Cinema, Fotografia e Televisione
Dipartimento delle Arti – Università di Bologna