Cosa ne è stato dello spettatore teatrale e cinematografico da quando teatri e cinema – e con loro tutta l’attività artistica dal vivo – sono chiusi a causa del nuovo coronavirus? Che cosa ha visto? Con che modalità? Con chi? E per quanto tempo? A partire da questi semplici interrogativi Casa dello Spettatore ha aperto un canale di dialogo con spettatrici e spettatori di tutte le età su come è cambiato il nostro “vedere”, possibile in questi mesi solo attraverso uno schermo e nello spazio privato dell’abitazione.
SAC – Spettatori a Casa nasce dalla necessità di integrare questo nuovo capitolo nella ricerca sulla fenomenologia dello spettatore e sull’educazione alla visione che da anni è il centro del lavoro dell’associazione. Quel sostantivo collettivo che è il pubblico comprende soggettività di diverso tipo – anagrafico, di genere, sociale e culturale – in una complessità che appare plasticamente nelle occasioni di compresenza, ma rischia di rimanere inespressa quando il vedere è possibile solo in tempi e spazi separati.
Gli appuntamenti di SAC, iniziati a febbraio 2021, hanno costruito un racconto a più voci che continua a mettere in luce il crescente bisogno di confronto e condivisione e il piacere di contribuire tra pari a questa indagine informale. E allora, in maniera certamente non esaustiva, tra i vari argomenti affrontati si elencano: la televisione e le piattaforme per lo streaming, il rapporto con i social network, la dislocazione delle fruizioni tra i diversi dispositivi e la gestione dei tempi e degli spazi in casa se si è soli, in coppia o con figli, da organizzare tra lavoro ‘agile’ e didattica a distanza. Quindi i contenuti, le forme e i linguaggi di questa nuova biblioteca: il teatro in tv e online, i film e le serie tv, la narrazione – tra arte, documentario e cronaca – le visite virtuali ai grandi musei internazionali, la “nuova saggistica” dei tutorial e i “romanzi a puntate” delle stories, fino al “vedere” e al “vedersi” nella lettura di un libro o nell’ascolto della radio e dei podcast. I nuovi strumenti e le nuove piattaforme per la comunicazione, inclusa quella utilizzata per gli incontri di SAC, stanno modificando il nostro modo di attribuire il valore di arte a ciò che vediamo e il modo di percepirne o riconoscerne la legittimazione anche rispetto al mezzo. Oscilliamo tra gusto e giudizio attraversando di continuo quel confine sfumato tra scelta consapevole, autonoma e indotta che investe anche e soprattutto tutto quel visto di cui pensiamo di doverci vergognare, rimettendo in questione, e da vicino, il tema del corpo proprio mentre lo percepiamo come disattivato. La finalità di SAC è quindi riportare l’attenzione sull’occhio di chi guarda e “vederlo” muoversi tra tutti gli schermi in quel gioco di specchi che racconta del nostro rapporto con la realtà, con gli altri e con noi stessi.
Giuseppe Antelmo
Alice Beggiolin
Mediatori teatrali
Associazione culturale Casa dello Spettatore