ll carteggio Rubiner – Busoni (1910 – 1919): una testimonianza inedita per la vita dello spirito europeo

L’occasione che spinse Ludwig Rubiner (Berlino 1881–1920),[1] scrittore tedesco di orientamento espressionista, a entrare in contatto epistolare con il compositore e pianista italiano Ferruccio Busoni (Empoli 1866 – Berlino 1924) fu l’edizione dell’Abbozzo di una nuova estetica della musica, che questi pubblicò in tedesco a Trieste nel 1907 (Entwurf einer neuen Ästhetik der Tonkunst).

Nel 1910 Rubiner recensì lo scritto di Busoni sulla rivista Der Demokrat: l’articolo, in forma di saggio, è intitolato Ferruccio Busonis Musikästhetik (L’estetica musicale di Ferruccio Busoni); con esso intese rendere omaggio al Maestro, e al tempo stesso rivolgere un’aperta accusa alla scena musicale berlinese:

Berlino – Halensee, 15 I 1910. Johann Georgstr. 24.
Stimatissimo Signore!
Mi permetto di inviarLe il mio saggio sulla Sua Estetica Musicale. Spero che non Le dispiaccia troppo. Di un libro così terribilmente emozionante, non avrei potuto parlare che nella forma più distaccata possibile. Il mio saggio ha intenzioni demagogiche,[2] lo confesso apertamente. Vale a dire, aspira a fornire alla cerchia dei lettori colti, ma non-musicisti, un’atmosfera stimolante per la lettura. […] Peraltro, il Suo libro è l’unico che io conosca sulla musica degno di essere letto. Per la realtà tedesca è perfin troppo ben scritto e troppo interessante. Poiché oggi, in Germania, la musica è un’arte estremamente sopravvalutata come fattore sociologico, esiste una moltitudine di musicisti di mestiere. […] Con profonda stima, il Suo devotissimo Ludwig Rubiner.

Con questa lettera si apre il sipario su una corrispondenza intensa che si protrae fino al 1919 e attesta un rapporto di amicizia fondato su affinità intellettuale, confidenza e stima profonda tra Ludwig Rubiner e Ferruccio Busoni in anni così ricchi di fermenti culturali, politici e sociali.

Alle prime lettere da Berlino seguono una cartolina postale da Parigi, il nucleo più cospicuo dalla Svizzera (Zurigo-Locarno-Spiez) e le ultime sempre da Berlino; sono incluse anche cinque lettere di Busoni a Rubiner da Ginevra, Zurigo e Londra, e una pagina di giornale, della Neue Zürcher Zeitung, con la notizia della nomina di Busoni a dottore honoris causa dell’università di Zurigo.

L’interesse per questo scambio epistolare risiede nella varietà di temi trattati, di riflessioni sulla situazione politico-sociale ed economica del tempo, di aneddoti, di osservazioni di costume locale sulla vita in Svizzera e di giudizi espressi in materia letteraria e musicale, per esempio su Wagner, Schönberg e Pfitzner, che rivelano il ruolo di Rubiner critico culturale.

Al dramma Faust di Goethe e all’opera teatrale Doktor Faust di Busoni sono dedicate lettere circostanziate. Il dialogo epistolare intercorso negli anni dell’esilio svizzero sul processo di creazione del Doktor Faust si rivelerà proficuo di idee e di proposte:

Zurigo, 7 ottobre 1917.
Caro e stimato signor Busoni! Il Suo invito a conoscere il finale mi rende molto felice. Beninteso, non posso accettare che qui si ravvisi un qualche mio suggerimento; e ciò, per ragioni innanzitutto personali, e poi anche oggettive: l’idea conclusiva, di cui Lei mi parlò, è troppo profondamente radicata nella traiettoria di tutta la Sua opera, e troppo conforme alla Sua personalità perché l’idea stessa di un suggerimento sia ammissibile. […]

Anche il “capriccio teatrale” Arlecchino oder die Fenster, composto da Busoni nel 1916 in Svizzera, è materia e argomento di osservazioni, e viene celebrato come “un modello da annoverare tra i grandi esempi dell’arte” (7 febbraio 1918), come “un’ondata vivificante” (28 gennaio 1918) per l’umanità travolta dalla furia bellica. 

Il carteggio è stato portato alla luce nel 2018 grazie all’accurata opera di digitalizzazione eseguita dalla Humboldt-Universität di Berlino, Dipartimento di Musicologia, e da me tradotto dal tedesco in italiano.

Una scrittura dallo stile poetico, a tratti discorsivo, caratterizza questa raccolta epistolare tutta da scoprire, che non può passare inosservata e merita di essere letta e approfondita: sia per conoscere uno scrittore ancora poco noto in Italia, sia per gettare una luce nuova su una personalità di grande levatura artistica e umana come è stato Ferruccio Busoni.

La lettura dei passi citati dall’epistolario intende fornire lo spunto per una riflessione più ampia sulla cultura musicale e letteraria nell’Europa dell’inizio del Novecento.

Barbara Barnini
Traduttrice e ricercatrice
Socia de La bottega dei traduttori,
Associazione di Promozione Sociale – A.P.S.


[1] Anche noto sotto il nom de plume ‘Ernst Ludwig Grombeck‘.
[2] Il termine “demagogia”, con i suoi derivati, ha nel tedesco contemporaneo la stessa sfumatura spregiativa che gli attribuisce la lingua italiana.

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