Al suo secondo anno, «Il Saggiatore musicale» apre una nuova rubrica. Insieme con le Recensioni, pubblichiamo d’ora in avanti in ciascun numero una decina di Schede critiche. Simili nella funzione, divergono nella forma, più breve. La recensione, come noi l’intendiamo, ha le caratteristiche argomentative del saggio: il recensore si confronta, dibattendole e sviluppandole, con le tesi dell’autore; la scheda critica, descritto l’impianto del libro, entra subito nel merito e va dritta al giudizio. Non sono, queste schede, recensioni di serie B, né nella scelta dei libri trattati, né dei recensori. Se mai, calcando un po’, potremmo dire che nella recensione tende a prevalere il recensore, nella scheda il volume recensito: e l’alternanza del campo largo col primo piano, del grandangolare col teleobiettivo, ci sembra un arricchimento della visione critica. Adotteremo dunque di volta in volta quella delle due formule che ci sembrerà più adatta per dare notizia delle pubblicazioni che riteniamo, nel bene e nel male, considerevoli: aggiungendovi, stringato o diffuso, il dovuto commento.
Un’altra novità: in fondo al fascicolo diamo brevi cenni sui collaboratori. Ci preme che il lettore si faccia un’idea di chi scrive sul «Saggiatore musicale». Alcuni dei nostri autori sono noti a tutti: ma meritano di esserlo anche i collaboratori più giovani, e quelli che, per essere studiosi – magari affermatissimi – di discipline diverse dalla nostra, potrebbero non essere conosciuti da ogni musicologo. E quest’ultimo caso si presenterà di frequente, vista la propensione del «Saggiatore musicale» all’interdisciplinarismo. In questo numero, per esempio, compaiono un germanista, una storica dell’arte, un’ispanista, una coreologa.
Una parola sul primo dei due interventi. La panoramica sulla musicologia spagnola viene pubblicata in italiano per espresso desiderio dell’autore, cui preme che l’argomento non venga scambiato per una disputa di quartiere, ossia per una faccenda interna che riguardi soltanto il suo paese. Lo abbiamo esaudito volentieri. Siamo infatti convinti che ogni studioso faccia bene a riflettere sui tanti condizionamenti, materiali e ideologici, interni ed esterni, che incidono sulla disciplina e ne pilotano il corso, al di là o a dispetto delle volontà dei singoli: nel proprio paese come nell’altrui. Proprio per questo, «Il Saggiatore musicale» prevede di pubblicare altre panoramiche di tal genere.