Marina Mayrhofer
Tra i gruppi di lavoro istituiti dal SagGEM, la Commissione da me presieduta si propone di sviluppare alcune problematiche relative all’argomento Peso e incidenza della cultura musicale nella stampa quotidiana e periodica. Oltre me, fanno parte della Commissione Lucia Cristina Baldo, Daniela Castaldo, Paolo Gallarati, Gaetano Mercadante, Donatella Righini, Paolo Somigli.
In occasione dell’assemblea tenutasi a Bologna il 1° marzo 2008, ho illustrato, dopo averne dato notizia a tutti i membri della commissione, le linee generali di un progetto centrato sui seguenti punti:
- Tipologia degli organi di stampa e collocazione di articoli di carattere musicale nel contesto specifico della pubblicazione:
- quotidiani;
- settimanali/magazine;
- pubblicazioni mensili.
- Fisionomia degli articoli:
- recensioni (opera e balletto, concerti sinfonici e da camera, dischi e video);
- interventi saltuari di carattere culturale in occasione di pubblicazione di libri o d’iniziative e manifestazioni di vario genere;
- commenti e opinioni sull’attualità.
- Ritratto d’autore:
- il critico militante (tipo di formazione);
- il musicologo (docente e ricercatore) autore di recensioni;
- il musicologo, titolare di rubriche specifiche su quotidiani e periodici;
- l’intellettuale, osservatore della vita musicale.
- Categorie di lettori e loro aspettative:
- l’addetto ai lavori (musicisti e musicologi);
- l’amateur;
- il presenzialista;
- il lettore comune.
- Criteri di compilazione degli articoli destinati a:
- recensioni;
- interventi di carattere culturale;
- commenti e opinioni sull’attualità.
- Analisi di campioni di stampa da quotidiani e periodici.
Come risulta dallo schema qui riportato, ho ritenuto opportuno individuare anzitutto la fattispecie delle diverse pubblicazioni che includono articoli di carattere musicale. Da questo primo dato si può iniziare a definire la fisionomia di un intervento che, in linea di massima, deve rispettare un certo tipo di formato (prescritto per numero di righe, caratteri, etc.), a sua volta determinato dalla tipologia dell’organo di stampa cui è destinato.
Sappiamo tutti che attualmente i quotidiani riservano poco spazio ad articoli di carattere musicale. Di solito viene privilegiato l’annuncio di un evento, mentre, sempre più rara o limitata a casi di eccezionale rilievo (per esempio, la “prima” della Scala), risulta essere la recensione di un determinato spettacolo.
Per quanto attiene ai settimanali o ai magazine, lo spazio concesso è per rubriche specifiche (libri, dischi, video) o articoli riassuntivi di una manifestazione destinata a rimanere nella memoria. D’altro tipo, le pubblicazioni mensili di esclusivo contenuto musicale sono articolate in sezioni specifiche, con ambiti peculiari per la cronaca.
Da questa prima impostazione può scaturire una riflessione applicata alla natura dei singoli interventi, sempre nell’ottica dell’organo di stampa in cui rientrano. Una recensione su un quotidiano è diversa, per oggetto formato e modalità di scrittura, da una recensione su settimanali o pubblicazioni mensili.
Si riscontra, inoltre, su quotidiani e riviste di vario genere, un tipo d’intervento, di dimensioni più ampie di una semplice recensione, collocato per lo più nelle pagine della ‘cultura’, che trae spunto da un evento culturale (spettacolo, libro, argomento d’attualità); di solito, porta la firma di noti intellettuali.
Ma chi scrive sulla stampa quotidiana e periodica? In conseguenza del sempre più scarso interesse riservato ai fatti della musica d’arte, la figura del critico militante, cui spetta il compito di segnalare le manifestazioni previste nella settimana e nel mese e di dare un giudizio su di esse, è pressoché scomparsa. Se si possono ancora individuare rappresentanti di tale categoria, si tratta di figure fittizie, per lo più cronisti “precari” che, il più delle volte, non hanno adeguata formazione musicale. Nel caso dei grandi quotidiani resiste, invece, la figura del critico musicale “d’ufficio” (per così dire) che recensisce eventi selezionati tra i più importanti della scena nazionale e internazionale. Costui è un “addetto ai lavori”, un musicologo o un giornalista di cultura, che gode di una certa fama. Di questo gruppo fanno parte anche i collaboratori di riviste specializzate e non, titolari di rubriche o autori di articoli cui viene conferito un particolare rilievo. Allo stesso modo su quotidiani riviste o periodici può apparire, regolarmente o una tantum, la firma di un noto intellettuale che interviene su determinati argomenti, in veste di “osservatore della vita musicale”.
È inoltre importante individuare i destinatari di questa stampa, più o meno specializzata sul tema ‘musica’; essa esiste, infatti, in virtù di effettivi riscontri tra i suoi lettori. È ovvio che chi fa il mestiere di musicista o chi per altri versi lavora nel ‘pianeta musica’, sia interessato a quanto si scrive e si pubblica in merito. A questa categoria va aggiunta quella dello spettatore musicale che, per sincera passione o per velleità mondana, presenzia alle “prime” teatrali o ai concerti e gradisce trovar registrato sul “suo” quotidiano o sulla “sua” rivista l’evento al quale ha assistito.
Infine, come si scrive una recensione, come sono redatti gli articoli di cultura musicale che appaiono su diversi organi di stampa? È questa una domanda che deve tener conto del tempo e del luogo nei quali s’iscrive un articolo musicale. La risposta che si può dare è in progress, caso per caso, con molta attenzione alle tendenze sulle quali vanno via via conformandosi gli organi di stampa.
Nelle occasioni di cui ho riferito sopra e attraverso e-mail, ho comunicato ai colleghi commissari le mie riflessioni, ottenendone riscontri importanti. Ho ricevuto consensi da Paolo Gallarati e da Cristina Baldo la quale, anche in una serie di mail successivi, ha avanzato una serie di proposte.
Aggiungo a questa relazione un’embrionale bibliografia:
R. Celletti, Memorie d’un ascoltatore:cronache musicali vere e immaginarie, Milano, Il Saggiatore, 1985;
F. D’Amico, Tutte le cronache musicali: “L’Espresso” 1967-1989, a cura di Luigi Bellingardi con la collaborazione di Suso Cecchi D’Amico e Caterina D’Amico de Carvalho, prefazione di Giorgio Pestelli, Roma, Bulzoni, 2000;
A. Porter, Musical Events: A Chronicle, 1983-1986, New York, Summit Books, 1989;
G. Pestelli, Di tanti palpiti: cronache musicali, 1972-1986, Pordenone, Studio Tesi, 1986;
G. Pestelli, Gli immortali: come comporre una discoteca di musica classica, Torino, Einaudi 2004.