Ventesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»

Bologna, 18-20 novembre 2016

 

Abstracts

Paola Ciarlantini (L’Aquila)
L’estetica teatrale di Carlo Teodoro Antici in un suo discorso inedito

Il marchese Carlo Teodoro Antici (1772-1849), zio materno di Giacomo Leopardi, era di formazione tedesca, avendo studiato nella paggeria reale di Monaco di Baviera e poi all’Università di Heidelberg. È oggi ricordato come un importante saggista e traduttore delle opere di argomento politico-religioso di J.-Esprit Bonnet, C. L. von Haller, F. L. Graf zu Stolberg, J. M. Sailer, S. Jordan e F. I. Hurter. Il suo pensiero di spessore europeo vedeva nella religione cattolica un mezzo aggregante contro il materialismo e tendeva a considerare ogni attività umana dal punto di vista etico, ponendosi costantemente il problema del miglioramento della società. Si occupò anche di estetica della letteratura, mentre finora non era noto il suo interesse per l’estetica teatrale. Presso l’Archivio Antici-Mattei di Recanati (che raccoglie materiale risalente al XIV secolo, sebbene sia di difficile accesso per gli studiosi e sia ora al centro di una disputa tra gli eredi Antici, il nuovo proprietario del palazzo e la Soprintendenza archivistica dell’Umbria e delle Marche) ho rinvenuto un suo discorso autografo inedito, non citato dalle fonti, dal titolo Quali effetti potrebbero sperarsi da un ben regolato teatro, risalente, secondo un’annotazione a margine, al 1801, e dopo il 1813 forse pubblicamente pronunciato all’Accademia Tiberina. Consiste in un unico capitolo in cui sono esposte interessanti posizioni dell’autore: egli pone, ad esempio, l’arte comica e quella drammatica allo stesso livello, ma poi sottolinea come nel «guarire» l’uomo dalla sua debolezza il teatro comico sia più incisivo, in quanto agisce «collo scherzo e con la satira», mentre quello tragico agisce tramite la «commozione», per cui «forse dobbiamo dare il vanto alla prima [l’arte comica]». Del teatro gli interessa la sua capacità di agire concretamente sul pubblico e non le sterili disquisizioni sulla  qualità letteraria o i discorsi di principio; per questo inserisce Shakespeare nella sua personale lista dei più grandi drammaturghi di ogni tempo. Relativamente alla condotta, talvolta immorale, degli attori (allora oggetto delle severe reprimende di censori, trattatisti e gazzette) la ritiene una piccola pecca in rapporto alle enormi potenzialità del teatro come strumento educativo, etico, politico e culturale. Proprio il considerare la commedia superiore alla tragedia (quando in quel periodo la trattatistica italiana , sulla spinta delle posizioni classicistiche dell’Arcadia, concordava sul contrario), fa di Carlo Teodoro Antici un pensatore originale e in anticipo sui tempi. A questo proposito sarebbe interessante porre a confronto la sua estetica teatrale con quella del nipote Leopardi, analizzandone affinità e differenze ed evidenziando eventuali influssi della prima sulla seconda.