«Nulla!… Silenzio!»: un caso di ricomposizione modernista?
Nella relazione sono state analizzate e confrontate la prima e la seconda versione del monologo di Michele, personaggio del Tabarro di Giacomo Puccini, rispettivamente «Scorri fiume eterno» e «Nulla!… Silenzio!», con l’obiettivo di mettere in luce le modifiche, in direzione modernista, operate dal compositore nella riscrittura del brano.
La versificazione del Tabarro venne inizialmente affidata al poeta toscano Ferdinando Martini, del quale tuttavia Puccini si dimostrò presto insoddisfatto, passando il lavoro a Giuseppe Adami, segretamente supervisionato da Dario Niccodemi, sempre per volontà del compositore. Nonostante le numerose mani che lavorarono al libretto, Il tabarro, dopo le prime assolute americana (New York, Metropolitan, 14 dicembre 1918) e italiana (Roma, Teatro Costanzi, 11 gennaio 1919), subì delle modifiche considerevoli: Puccini dapprima ridusse il monologo di Michele da 51 a 33 battute, quindi, non ancora soddisfatto della revisione operata, si convinse della necessità di modificare radicalmente il brano. La nuova versione, su un testo poetico diverso ma sempre di Adami, fu eseguita il 29 gennaio 1922 al Teatro alla Scala, e inserita nella riduzione per canto e pianoforte pubblicata nel 1925.
L’analisi oggetto del presente lavoro mostra come le relazioni armoniche fra le diverse sezioni del monologo nella prima versione siano state trasformate attraverso la sostituzione di una relazione di terza minore con una di terza maggiore, producendo così un effetto straniante e funzionale nel veicolare il contenuto drammatico del monologo stesso. Dal confronto fra forma e testo verbale delle due arie è emerso inoltre come anche questi due elementi siano stati radicalmente modificati ai fini di una maggiore efficacia drammatica e in chiave modernista.
Il lavoro si inserisce nell’ambito e a integrazione degli studi sullo stile del Tabarro e sul modernismo di Puccini. Sul Tabarro si ricordano gli studi di Jürgen Leukel (1983), Leonardo Pinzauti (1994), Helen Greenwald (1998), Marcello Conati (2005), Virgilio Bernardoni (2007), Michele Girardi (2008), Bernd Loebe (2008) e Andrew Davis (2010).
Sul modernismo, lo stile e il processo compositivo pucciniani si segnalano Roman Vlad (1992), Michele Girardi (2000), Giorgio Sanguinetti (2004), Alexandra Wilson (2006), Nicholas Baragwanath (2008) e Deborah Burton (2004 e 2013).