Un tesoro musicologico nascosto: i diari e l’epistolario di Arrigo Benvenuti
Arrigo Benvenuti (1925-1992) fu un compositore attivo in Italia, in particolare in area fiorentina, nella seconda metà del Novecento. Partito negli anni Cinquanta da posizioni di stampo dodecafonico – fu infatti allievo di Luigi Dallapiccola e cofondatore della “Schola dodecafonica fiorentina” o più brevemente “Schola fiorentina” –, abbracciò in seguito alcune tra le principali tendenze compositive del proprio tempo, in particolare in àmbito aleatorio ed elettronico e nella produzione vocale, destinata per intero alla cantante d’avanguardia Liliana Poli (1930-2015), che aveva sposato nel 1959.
Per quanto, dopo l’infanzia in Algeria, trascorse la vita personale e professionale principalmente in Toscana, Benvenuti si mantenne sempre al corrente di quanto avveniva nel panorama musicale contemporaneo, prendendo di volta in volta posizioni personali nelle quali la componente artistica si intrecciava con una profonda tensione etica.
Instancabile ed utopista, Benvenuti trasferiva in note, appunti e lettere le proprie idee, ambizioni, idiosincrasie. Al contempo, custodiva con cura le missive che riceveva da colleghi e amici e con le quali (è il caso per esempio della corrispondenza con Sylvano Bussotti) veniva aggiornato di quanto accadeva in festival o manifestazioni a cui non aveva potuto prender parte. Tali documenti, lungi dall’essere una mera corrispondenza privata, per la loro stessa natura di cronaca o resoconto finiscono talvolta per suggerire ipotesi interpretative nuove su fenomeni ed avvenimenti già noti e di estrema importanza (come ad esempio l’intervento cruciale di Luigi Nono a Darmstadt del 1959, pubblicato poi come Presenza storica nella musica d’oggi).
Nella relazione, che anticipa alcuni esiti di un più ampio lavoro di ricerca tuttora in corso, è stato presentato un ritratto del compositore nel contesto musicale, culturale e politico italiano ed internazionale del secondo Novecento attraverso i detti documenti d’archivio, donati quest’anno dagli eredi del compositore alla Biblioteca Nazionale di Firenze, ma ai quali il sottoscritto ha avuto accesso fin dai primi anni 2000. Essi costituiscono un tesoro musicologico tutto da scoprire, in grado di illuminare non solo la figura di Benvenuti, ma l’epoca stessa nella quale egli visse, attraversata da tensioni innovative ed utopiche nella musica e nella società, alle quali il compositore cercò, instancabilmente ma non senza sofferenza, di dare un contributo personale.