Tracce di notazione nonantolana sull’appennino tosco-emiliano
La notazione nonantolana è un tipo di scrittura musicale diffusa soprattutto tra la fine del secolo X e la prima metà del XII in un territorio circoscritto, che, dall’abbazia di Nonantola, suo centro, si espande verso la pianura fino alle zone di Verona, Mantova e Bergamo, dove sono state trovate le maggiori testimonianze. Molte fonti sono costituite solo da frammenti, talvolta di incerta provenienza, mentre pochissimi sono i volumi completi.
La relazione intende illustrare il ritrovamento di nuovi frammenti, individuati in legature di registri parrocchiali a Bombiana e a Fanano, due località dell’appennino tosco-emiliano, rispettivamente in provincia di Bologna e Modena. Si tratta di sei carte e di un frammento staccato, provenienti probabilmente da uno stesso antifonario databile tra i secoli XI e XII, che riportano antifone e responsori per le feste dei santi Andrea e Clemente, per il Proprio del Tempo e varie intonazioni del salmo invitatorio, tutti tramandati con neumi nonantolani posti nel sistema guidoniano, con riga rossa per il Fa e gialla per il Do.
Le carte ritrovate sono di particolare importanza poiché costituiscono le uniche fonti per i brani che riportano e rappresentano la testimonianza più consistente di canti della liturgia delle ore in notazione nonantolana. Inoltre, la loro presenza in zone così decentrate rispetto all’area di diffusione di questo tipo di scrittura induce a ipotizzarne la provenienza da un volume confezionato nello scriptorium di Nonantola, ma probabilmente impiegato in un centro monastico dislocato sull’Appennino. Secondo l’ipotesi al momento più accreditata, tale centro potrebbe individuarsi nell’abbazia di S. Lucia di Roffeno, che, donata nel 1110 all’abbazia di Nonantola, annoverava tra i suoi molteplici possedimenti e dipendenze anche l’ospitale dei Ss. Biagio e Nicola di Bombiana.
Le nuove fonti individuate aggiungono così un tassello alla mappatura delle zone di espansione di questo particolare tipo di notazione, che si suppone diffuso in un’area tra l’Emilia settentrionale e la Lombardia, di cui Fanano e Bombiana verrebbero a costituire i centri più a sud.