Ventiduesimo Colloquio di Musicologia
del «Saggiatore musicale»
Bologna, 23-25 novembre 2018
Abstracts
“Balli … con la misura giusta per ballare” di Salvatore Mazzella: danze ‘da camera’ o ‘da ballo’?
Salvatore Mazzella, attivo a Roma nella seconda metà del Seicento, dedicò la sua esigua produzione musicale al Cardinale Astalli, personalità controversa dell’aristocrazia romana. Poco o nulla si conosce della sua biografia, salvo alcuni dati estrapolati dal frontespizio della sua unica opera. Tuttavia, un recente riesame dei documenti d’archivio – unitamente a quanto si legge nell’opera di Kircher, che lo cita insieme a Michelangelo Rossi e Lelio Colista – ci consente di precisare meglio il profilo di questo compositore fino ad ora poco approfondito dalla ricerca. La collezione di danze strumentali dal titolo Balli, correnti, gighe, sarabande, gavotte, brande e gagliarde offre una poliedrica varietà di forme musicali da ballo, mescolando lo stile italiano al gusto francese. L’espressione «per ballare», usata da Mazzella nel sottotitolo, doveva essere sicuramente finalizzata da un lato alla destinazione d’uso delle danze composte per intrattenimento, dall’altro a dare un valore encomiastico e celebrativo, con l’obiettivo di catturare l’attenzione e stimolare la curiosità dei suoi «lettori violinisti».
Tutti questi elementi finiscono per circoscrivere un atteggiamento compositivo mirato, dunque, più alla differenziazione delle proposte che all’individuazione di uno stile strumentale plasmato su criteri uniformi, chiari e immediatamente riconoscibili per l’ascoltatore, come accadeva in Corelli. Sulla scorta di queste considerazioni, e soprattutto tenendo conto del cospicuo numero di ricerche e lavori apparsi negli ultimi anni sulla produzione strumentale corelliana e para-corelliana e sul mondo musicale romano, credo sia possibile ora tracciare un profilo più articolato di Mazzella mettendo in relazione le composizioni dell’unica collezione che ci è pervenuta con quanto si andava via via producendo in questo periodo in ambito strumentale a Roma negli anni Sessanta e Ottanta del Seicento.